La nostra storia

Carborello è un nome che non si dimentica: resta in bocca come un vino buono, con quella nota di campagna che consola.

Qui, tra Crispiero e le colline che guardano i Sibillini, la terra è un quaderno pieno di annotazioni: filari di viti come righe, olivi secolari come margini, casolari di pietra come iniziali maiuscole.

È in queste pagine che la signora Silvia Strampelli è cresciuta. La sua infanzia profuma di grano appena tagliato, pane caldo e mosto d’uva; suoni semplici come il trattore all’alba, le cicale a mezzogiorno, una cena che si allunga sotto il pergolato.

Quando ha deciso di restare fedele a questo paesaggio, non ha “costruito” un luogo: ha rialzato una memoria e l’ha resa accoglienza.

Ogni pietra, ogni trave di legno e ogni finestra che guarda i Sibillini racconta la storia di una terra viva, fatta di lavoro e stagioni, di attese e ritorni.
Le ville di Carborello non sono state progettate per stupire, ma per far respirare: la quiete del mattino, il profumo della legna d’inverno, la luce dorata che accarezza i campi al tramonto.
Sono luoghi pensati per ritrovare il ritmo naturale delle cose, per riscoprire il piacere di una colazione lenta, di una conversazione al tramonto, di un silenzio che non pesa ma accompagna.

Così sono nate le tre ville di Carborello: dimore familiari rimesse a nuova vita con mani pazienti e scelte rispettose.

I tetti in coppi raccontano stagioni, i pavimenti in cotto conservano passi, le mura tengono l’ombra fresca d’estate.

Carborello è un piccolo mondo dove passato e presente si incontrano ogni giorno.

Le famiglie si ritrovano, gli amici celebrano, le coppie sognano, e chi arriva per la prima volta sente di esserci già stato.

Forse perché tutto, qui, sembra familiare: il vento, la luce, il profumo dell’erba dopo la pioggia.

E quando si parte, resta la sensazione di aver lasciato qualcosa di sé in un posto che continuerà a custodirlo con dolcezza.

Ville Carborello non è solo un insieme di ville ma un racconto di radici, paesaggio e autenticità,

scritto con mani che conoscono la terra e con occhi che ancora si meravigliano.

Un invito a rallentare, a respirare, a sentire.

A ritrovare il tempo e il senso delle cose semplici.